Alimentazione e Salute
Associazione SUM Stati/Popoli Uniti del Mondo
IN PERICOLO IL NOSTRO SISTEMA ORMONALE Molte   sostanze   chimiche   alle   quali   siamo   esposti   quotidianamente   sono   responsabili della diffusione di gravi malattie dell’apparato riproduttivo. Vengono    definite    “distruttori    endocrini”;    sono    sostanze    simili    agli    estrogeni    che    “mimano”    gli    effetti    degli    ormoni interferendo    con    il    funzionamento    del    sistema    endocrino    e    in    particolare    con    gli    steroidi    sessuali,    estrogeni    e testosteroni. Oltre   al   DDT,   le   diossine,   i   policlorobifenili   e   i   pesticidi   hanno   un   effetto   distruttivo   sul   nostro   sistema   ormonale,   anche molte   sostanze   chimiche   presenti   in   numerose   materie   plastiche   che   sono   a   diretto   contatto   con   il   cibo,   con   l’acqua   e con l’organismo umano: contenitori per alimenti e bevande, tubature dell’acqua, otturazioni e protesi dentarie. Recenti   ricerche   scientifiche   hanno   provato   che   queste   sostanze   hanno   effetti   devastanti   sullo   sviluppo   del   feto   e   sono responsabili dell’aumento di gravi malattie e malformazioni dell’apparato riproduttivo. Il   tasso   di   sterilità   dai   primi   anni   60   ad   oggi   è   passato   dal   7/8%   al   15/20%;   sono   aumentati   anche   i   casi   di   cancro   ai testicoli e di endometriosi nelle donne. Inoltre è in diminuzione il numero di nuovi nati di sesso maschile.   BOTTIGLIE DI PLASTICA? CANCRO PROSTATICO di Maurizio Blondet da www.effedieffe.com Il   bisfenolo   A   provoca   nella   prostata   del   feto   microscopiche   alterazioni      che   non   sono riscontrabili alla nascita. Il   bisfenolo   A   è   una   sostanza   ampiamente   usata   per   le   bottiglie   in   plastica,   il   sottile   film   interno   alle   scatolette   di   cibi conservati, le tettarelle per lattanti e le confezioni alimentari. Se ne producono annualmente 2,8 milioni di tonnellate. A   quanto   pare,   già   si   sapeva   che   questa   sostanza   contaminava   gli   alimenti   con   cui   veniva   a   contatto,   ed   era sospettata   di   alterare   gli   ormoni   sessuali   umani.   Ma   ora   uno   studio   ha   scoperto   che   è   collegata   col   cancro   alla prostata. In   particolare,   l’assunzione   nella   dieta   umana   di   quantità   piccole,   ma   costanti,   di   bisfenolo   è   particolarmente   pericoloso nelle   donne   in   gravidanza,   alterando   in   modo   cruciale,   ma   invisibile,   lo   sviluppo   dei   neonati.   La   sostanza   provoca infatti alterazioni microscopiche nella prostata del feto, che non sono riscontrabili alla nascita. Gli   effetti   si   fanno   sentire   con   gli   anni,   nella   terza   età,   con   ipertrofia   delle   prostata   e   tumore.   Le   alterazioni   possono causare anche malformazioni dell’uretra. In   Italia   si   registrano   ogni   anno   11   mila   nuovi   casi   di   cancro   prostatico   e   6.300   morti   per   questa   patologia:   è   la   seconda causa di morte per cancro negli uomini, dopo il cancro al polmone. Il   60%   dei   casi   è   concentrato   nel   nord   del   Paese,   evidentemente   più   «avanzato»   e   quindi   più   esposto   al   bisfenolo. Nell’ancor   più   «avanzata»   Gran   Bretagna,   che   ha   una   popolazione   pari   a   quella   italiana,   i   casi   nuovi   di   cancro   alla prostata sono 27 mila all’anno. Il fatto è che il bisfenolo è un estrogeno-simile, che «mima» l’ormone femminile. Piccolissime quantità di questa plastica bastano dunque, nella vita fetale, a scombinare il sistema genitale dei maschi. La scoperta è dovuta all’equipe del professor Frederick vom Saal, che lavora all’Università del Missouri. Il   gruppo   ha   somministrato   a   topine   gravide   piccolissime   quantità   di   bisfenolo   A,   mentre   ad   altre   cavie   è   stato somministrato in pari quantità dell’estradiolo, l’ormone usato nella pillola contraccetiva. Il   test   mirava   a   verificare   se   certi   danni   alla   prostata   del   neonato   avvenivano   quando   la   madre,   prendendo   la   pillola, restava accidentalmente incinta. Invece   la   prova   ha   dimostrato   che   entrambe   le   sostanze   alteravano   la   prostata:   e   in   quantità   minime,   molto   minori   di quelle   che   gli   esseri   umani   ingeriscono   bevendo   dalle   bottiglie   di   plastica.   E   gli   italiani   sono   i   massimi   consumatori mondiali   di   acqua   cosiddetta   minerale:   184   litri   a   testa,   per   una   spesa   di   circa   500   euro   all’anno   a   famiglia   (i   tedeschi non arrivano a 145 litri).   IL BISFENOLO A FAVORISCE I TUMORI AL SENO da Le Scienze I ricercatori hanno studiato gli effetti di questa sostanza sulle femmine di topo. L’esposizione    a    una    sostanza    chimica    che    si    trova    nella    plastica    potrebbe    aumentare    il    rischio    delle    donne    di sviluppare un tumore del seno. Lo   suggerisce   uno   studio   sui   topi   pubblicato   sulla   rivista   “Endocrinology”,   nel   quale   la   biologa   cellulare Ana   Soto   della Tufts   University   e   colleghi   hanno   scoperto   che   piccole   quantità   di   bisfenolo   A   aumentano   lo   sviluppo   del   tessuto   del seno. Negli esseri umani, l’elevata densità del tessuto del seno è considerata un fattore di rischio per il cancro. Il   bisfenolo   A   si   trova   in   molti   tipi   di   plastica,   e   in   seguito   a   riscaldamento   può   penetrare   nei   cibi.   La   sostanza   è contenuta anche in alcuni prodotti dentari e nei rivestimenti delle lattine. Le   industrie   cominciarono   a   usarlo   negli   anni   cinquanta,   ma   recentemente   gli   scienziati   hanno   scoperto   che   la sostanza imita l’ormone estrogeno. Poiché   l’estrogeno   svolge   un   ruolo   cruciale   nello   sviluppo   del   sistema   riproduttivo   e   di   altri   organi   del   feto,   i   ricercatori si sono preoccupati che l’esposizione al bisfenolo A nell’utero potesse causare problemi. Un   recente   studio   aveva   rivelato   che   i   topi   maschi   esposti   in   questo   modo   al   composto   artificiale   presentavano   livelli anormalmente elevati di crescita nelle ghiandole della prostata. Ora   un   altro   gruppo   di   ricercatori   ha   studiato   gli   effetti   di   questa   sostanza   sui   topi   femmina.   Gli   scienziati   hanno ipotizzato che il bisfenolo A potesse rendere i tessuti del seno più sensibili agli effetti dell’estrogeno. Gli   esperimenti   mostrano   che   i   topi   esposti   al   composto   nell’utero   sviluppano   significativamente   più   tessuto   in   alcune parti delle ghiandole mammarie rispetto agli animali di controllo.
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