DNA TRANSGENICO NEGLI ALIMENTI
DI ORIGINE ANIMALE
Oltre
il
90
%
degli
OGM
importati
in
Europa
è
costituito
da
soia
e
mais
destinati
ai
mangimi.
Ogni
anno
20
milioni
di
tonnellate
di
OGM
entrano
nella
catena
alimentare
degli
europei,
all’insaputa
dei
consumatori
che non possono così esercitare il loro diritto di scelta. (1)
Secondo
Renzo
Fossato,
presidente
dell’UNICEB
(2),
in
Italia
il
90%
dei
mangimi
sono
etichettati
come
contenenti
OGM per la forte dipendenza da soia d'importazione latino-americana.(3)
Il
regolamento
(CE)
n.
1829/2003
stabilisce
che
tutti
i
mangimi
OGM
devono
riportare
in
etichetta
la
dicitura
relativa
alla
presenza
di
OGM,
quando
supera
la
soglia
dello
0,9%,
ma
non
richiede
l’etichettatura
dei
prodotti
derivati
da
animali
nutriti
con
mangimi
OGM,
nonostante
questo
rappresenti
il
principale
canale
attraverso
il
quale
gli
OGM
entrano
in
Europa.
Recenti
studi
hanno
dimostrato
che
tracce
di
DNA
transgenico
sono
state
riscontrate
non
solo
nel
sangue,
fegato,
reni
e
tessuti
intestinali
di
animali
nutriti
con
mangimi
OGM,
ma
anche
nel
latte
da
essi
ricavato.
Quindi,
contrariamente
a
quanto
assicurato
dall’industria
biotech
e
dalle
varie
Autorità
per
la
sicurezza
alimentare,
il
consumo
di
alimenti
ricavati
da
bestiame
alimentato
con
mangime
OGM
determina
per
l’uomo
un’esposizione
al
rischio
OGM;
anche
carne,
polli
e
pesci d’allevamento, uova e tutti i latticini, se non sono biologici, possono contenere DNA transgenico.
(1) - Fonte: www.greenpeace.it
(2) - Associazione delle imprese dell’industria agro-alimentare italiana nel settore dei prodotti di origine animale.
(3) - Fonte: www.loccidentale.it
Alimentazione e Salute
Associazione SUM
Stati/Popoli Uniti del Mondo