SUICIDI NELLE REGIONI RURALI DELL'INDIA
Settembre/Novembre 2000
STATO DELL'ANDHRA PRADESH
Distretto di Anantapur
da Frontline - quindicinale di Madras (India)
Quarantuno
persone,
la
maggior
parte
coltivatori
di
arachidi,
proprietari
di
piccoli
appezzamenti
di
terra,
tutti
indebitati,
hanno
preferito
la
morte alla durissima vita che stavano conducendo.
Si
sono
tolti
la
vita
ingerendo
un
pesticida
che
invano
avevano
usato
per
disinfestare
le
coltivazioni
di
arachidi
colpite
da
necrosi
del
germoglio,
una
malattia
virulenta
che
viene
diffusa
dagli
insetti
e
distrugge
i
raccolti.
Il
fallimento
dei
raccolti
colpiti
dalla
malattia
ha
portato
all'esasperazione
la
preoccupazione
dei
contadini
per
i
crescenti
debiti.
Il
crollo
del
prezzo
delle
arachidi,
a
causa
dell'introduzione
sul
mercato
nazionale
di
oli
alimentari
importati
a
basso
costo,
ha
aggravato
ulteriormente
la
situazione
dei
coltivatori
di
arachidi
che
contavano
sulla
vendita
del
magro
raccolto
sopravvissuto
all'attacco
dei
parassiti.
In
tutte
le
famiglie
di
contadini
i
debiti
aumentano.
Non c'è giorno in cui sul quotidiano locale non ci sia notizia di oro messo all'asta.
I
continui
avvisi
che
le
banche
inviano
ai
debitori
chiedendo
il
pagamento
degli
interessi
e
minacciando
il
sequestro
della
terra
o
altre
forme di proprietà portano i contadini alla disperazione.
I SUICIDI DEI CONTADINI INDIANI TESTIMONIANO TUTTA LA VIOLENZA
DEL SISTEMA ECONOMICO MONDIALE
Già
da
molti
anni
nell'India
rurale
si
verificano
casi
di
suicidio.
Dagli
ultimi
mesi
del
2000
i
suicidi
dei
contadini
sono
diventati
più
frequenti
e
continuano
ad
aumentare
al
punto
che
le
autorità
locali
non
possono
più
ignorare
questi
gravissimi
fatti
e
fingere
di
non
sapere.
Anche
la stampa indiana ne ha dato notizia.
I
suicidi
dei
contadini
sono
la
diretta
conseguenza
dell'introduzione
in
India
di
sementi
ibride
di
piante
alimentari
che
hanno
sostituito
nelle
coltivazioni
molte
varietà
locali.
Una
massiccia
campagna
condotta
dalle
ditte
produttrici
di
sementi,
con
l'aiuto
e
la
complicità
della
FAO
e
dei
governi
locali,
ha
presentato
i
semi
ibridi
come
un
rimedio
contro
la
povertà,
mentre
il
loro
vero
intento
era
quello
di
aprirsi
un
nuovo mercato per i prodotti chimici destinati all'agricoltura.
La
Rivoluzione
Verde
ha
rovinato
la
vita
di
milioni
di
contadini
nel
Sud
del
mondo.
La
coltivazione
dei
semi
ibridi
richiede
infatti
un
investimento
di
denaro
che
i
piccoli
coltivatori
del
Sud
del
mondo,
privi
di
qualsiasi
capitale
da
investire,
possono
sostenere
solo
caricandosi
di
un
pesante
fardello
di
debiti.
Chiedono
prestiti
a
banche
ed
usurai
ipotecando
la
loro
terra.
Spesso
sono
gli
stessi
rappresentanti
delle
ditte
produttrici
di
sementi,
concimi,
erbicidi
e
pesticidi
chimici,
che
concedono
prestiti
ai
contadini,
esigendo
interessi altissimi.
A
causa
della
diffusione
dei
semi
ibridi,
parecchie
migliaia
di
varietà
vegetali
sono
già
scomparse
in
India.
La
diversificazione
delle
varietà e la rotazione delle colture sono state sostituite con le monocolture che sono facilmente attaccabili da parassiti e malattie.
La
coltivazione
di
varietà
diverse
invece
offre
un'ottima
protezione
nei
confronti
di
parassiti,
malattie
e
condizioni
climatiche
che
colpiscono
solo
alcune
varietà.
In
particolare
le
varietà
ad
alta
resa
distribuite
in
India
si
sono
rivelate
facilmente
attaccabili
da
parassiti
e
malattie.
Per
questo
motivo
le
perdite
nei
raccolti
sono
frequenti
e
vanno
dal
30
al
100
%.
Le
varietà
vegetali
ibride
necessitano
inoltre
di
una
quantità
di
acqua
fino
a
tre
volte
maggiore
rispetto
alle
varietà
originarie
locali
per
le
quali
è
sufficiente
l’acqua
delle
piogge.
Le
spese per l’irrigazione vanno quindi ad aumentare ulteriormente i costi di produzione e, di conseguenza, i debiti dei piccoli coltivatori.
D'altra
parte
la
coltivazione
delle
varietà
ad
alta
resa
esaurisce
rapidamente
i
micronutrienti
del
terreno
e
i
concimi
chimici,
non
solo
non
riescono a compensare l'impoverimento del suolo che dà raccolti sempre più scarsi, ma avvelenano anche il terreno e le falde acquifere.
Infine
la
fluttuazione
dei
prezzi
dei
prodotti
locali,
dovuta
all'apertura
del
mercato
nazionale
a
prodotti
di
importazione
a
basso
costo,
rende
ancora
più
difficile
la
situazione
economica
dei
piccoli
coltivatori.
Ripagare
i
debiti
diventa
per
loro
impossibile
e
sono
per
questo
costretti a cedere all'usuraio la terra ipotecata, l'unica loro fonte di sostentamento.
Questa
situazione,
già
drammatica,
si
è
aggravata
quando
il
governo
indiano
ha
ceduto
alle
pressioni
delle
multinazionali,
autorizzando
la commercializzazione delle sementi transgeniche.
Amrita Bhoomi
Associazione SUM
Stati/Popoli Uniti del Mondo