IL SEGRETO DEI SEMI DI ALBICOCCA I   semi   amari   di   albicocca,   ricchi   di   vitamina   B17   o   amigdalina   sono   un   rimedio   anti- tumorale noto fin dall’antichità. Aprire   i   noccioli   di   albicocca   o   pesca   e   mangiare   i   semi   ivi   inclusi   era   un   rimedio   per   tumori   noto   all'imperatore   cinese Shen   Nung   (I-II   secolo   a.C.),   che   ha   lasciato   documenti   con   ricette   derivanti   dall'estratto   di   semi   contro   i   tumori.   La Bibbia   parla   dei   semi   di   frutti   come   alimento   ideale   per   l'uomo   (Genesi   1,29).   Gli   antichi   medici   egizi,   greci,   romani   ed arabi   erano   tutti   a   conoscenza   delle   proprietà   biologiche   dell'acqua   di   mandorla   amara.   Anche   Paracelso,   Scribonius Largus,    Galeno,    Plinio    il    Vecchio,    Marcellus    Empiricus    ed   Avicenna,    usarono    preparazioni    contenenti    amigdalina (vitamina B17) per trattare i tumori. Lo stesso è vero per la farmacopea medievale. La   scienza   moderna   ha   confermato   questa   antica   conoscenza.   Già   nel   1972   il   Dr.   Kanematsu   Sugiura,   del   Memorial Sloan-Kettering   Cancer   di   Manhattan,   riportò   i   risultati   dei   suoi   studi   relativi   ad   un   nuovo   antitumorale:   "L'amigdalina (vitamina   B17)   inibisce   significativamente   la   comparsa   di   metastasi   ai   polmoni   e   inibisce   la   crescita   di   tumori primari (...).” Ecco   come   agisce   la   vitamina   B17   sulle   cellule   tumorali.   Si   è   notato   che   SOLO   le   cellule   malate   di   cancro   sono ricchissime   dell’enzima   glucosidase.   Assumendo   la   VITAMINA   B17   o   Laetrile,   questa   vitamina,   ESCLUSIVAMENTE   in presenza   di   questo   enzima   ed   in   VIRTÚ   dello   STESSO,   reagisce   sprigionando   cianuro   il   quale   distrugge   le   cellule malate   contenenti   il   glucosidase   mentre   le   cellule   sane,   non   avendo   questo   enzima,   non   vengono   attaccate   perché   non avviene nessuna reazione di scissione da laetrile a cianuro. Le   cellule   tumorali   vengono   avvelenate   dal   cianuro   anche   perchè   sono   carenti   dell’enzima   Rodanese,   dotato   di   azione disintossicante   dall’acido   cianidrico.   Se   dell’acido   cianidrico   fuoriesce   dalle   cellule   tumorali,   le   cellule   adiacenti   normali sono in grado di disintossicarsi da esso attraverso il loro enzima Rodanese. Il   Dr.   Dean   Burk,   ex   capo   del   Cytochemistry   Department   del   National   Cancer   Institute,   famoso   ente   statunitense   di   cui egli   stesso   è   stato   uno   dei   co-fondatori,   si   è   occupato   personalmente   della   vitamina   B17   e   così   descrive   l’effetto   di   tale sostanza:    “Quando   aggiungiamo   laetrile   (vitamina   B17)   ad   una   coltura   di   cancro   al   microscopio,   premesso   che sia    presente    anche    l’enzima    glucosidase,    possiamo    osservare    le    cellule    cancerose    che    muoiono    come mosche.”    Il   Dr.   Burk   ha   inoltre   affermato   che   prove   dell’efficacia   del   laetrile   sono   state   riscontrate   in   almeno   cinque istituti indipendenti di tre paesi distanti fra loro. E’   interessante   notare   che   al   giorno   d’oggi   esistono   culture   per   le   quali   il   cancro   rimane   quasi   completamente estraneo.   Gli   Abrasi,   gli   Arzebaigiani,   gli   Hunza,   gli   Eschimesi   e   gli   abitanti   del   Karakorum   seguono   tutti un’alimentazione ricca di nitriloside o vitamina B17. Tale   alimentazione   consiste,   a   seconda   dei   casi,   di   grano   saraceno,   piselli,   fave,   erba   medica,   rape,   lattuga,   germogli   di legumi   o   di   cereali,   albicocche   col   nocciolo   e   bacche   di   vario   genere;   tale   dieta   può   fornire   loro   da   250   a   3000   mg   di nitriloside al giorno. Lo   scopritore   della   vitamina   B17,   il   Dr.   Ernst T.   Krebs,   dopo   aver   studiato   le   abitudini   alimentari   di   queste   popolazioni   ha affermato:   “Esaminando   la   dieta   di   queste   genti,   abbiamo   scoperto   che   il   nocciolo   dell’albicocca   veniva   apprezzato come una squisitezza e che di tale frutto veniva utilizzata ogni parte.” La dieta occidentale media, coi suoi cibi raffinati e privi di fibre, fornisce meno di 2 mg di nitriloside al giorno. Si è inoltre notato che i membri di queste popolazioni, quando si trasferiscono nelle aree “civilizzate” e, di conseguenza, cambiano il loro regime alimentare, sono inclini al cancro secondo l’incidenza occidentale standard. La   Vitamina   B   17   era   già   in   uso   anche   nella   Russia   zarista   per   curare   il   cancro   mentre   si   era   notato   che   le   popolazioni con alimentazione ricca di questa vitamina non erano soggette allo stesso. Il   Dr.   Krebs,   lo   scopritore   della   B17   sostiene   che   mangiare   sette   semi   di   albicocca   al   giorno   preverrà   lo sviluppo di cancro durante tutto il corso della vita .   I SEMI DI ALBICOCCA I   semi   di   albicocca   possono   essere   dolci   o   amari.   I   semi   dolci   derivano   dalle   albicocche   che   mangiamo   comunemente;   i semi   amari,   invece,   provengono   dalle   albicocche   selvatiche,   piccole   ed   acidule.   Essi   sono   molto   simili   alle   mandorle   sia nell’aspetto che nel sapore. I semi di albicocca forniscono molte sostanze minerali fra le quali il magnesio in grande quantità. I   semi   amari,   in   particolare,   contengono   in   elevata   concentrazione   anche   l’amigdalina    (vitamina   B17   o   laetrile) che è presente, anche se in quantità minore, anche nei semi di mela, pesca e ciliegia. E’   importante   assumere   i   semi   di   albicocca   con   un   preparato   enzimatico,   oppure   ancora   meglio,   con   albicocche   fresche o secche; gli enzimi contenuti nel frutto, infatti, sono componenti del meccanismo di azione. I   semi   di   albicocca   sono   benefici   per   la   salute   solo   se   sono   biologici,   cioè   privi   di   pesticidi,   concimi   o   altre sostanze chimiche.
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